restauro degli appartamenti reali

Camera di Udienza della Regina

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Camera di Udienza della Regina

restauro degli appartamenti reali

La Camera di Udienza della Regina è il secondo ambiente che si incontra entrando negli Appartamenti Reali del Castello di Govone. Deve il suo nome a due regine che vi soggiornarono:
Maria Antonia di Borbone-Spagna, moglie di Vittorio Amedeo III
Maria Teresa d’Asburgo-Este, consorte di Vittorio Emanuele I

L’ambiente fu ridecorato tra il 1819 e il 1820 in vista della permanenza dei sovrani, per volere di Carlo Felice di Savoia, che progettò di accogliere nella residenza estiva il fratello e la cognata.

Nel 1898, in occasione di un’asta, furono vendute sia le pregiate tappezzerie in seta che decoravano le pareti, sia le porte originali, successivamente acquisite da André Masséna e riutilizzate per arredare la propria villa a Nizza. Le decorazioni del soffitto vennero riprodotte anche in quell’occasione per armonizzarle con il nuovo contesto francese.

Un ambiente prezioso, tra architettura e decorazione

  • Il pavimento in legno intarsiato è composto da tre essenze diverse.
  • Lo zoccolo decorato e le tappezzerie in carta visibili oggi risalgono agli inizi del Novecento, così come le porte ricostruite, ispirate a quelle originali.
  • La volta è impreziosita da una finta architettura neoclassica, realizzata da Carlo Pagani, Andrea Piazza e Luigi Vacca.
  • Le pitture rappresentano divinità femminili greco-romane, il poeta Virgilio, il dio Esculapio e quattro Fame alate, simbolo delle virtù della regina, ciascuna posata su uno scudo con le iniziali “M.T.” (Maria Teresa).

L’ambiente rappresenta un raro e armonioso esempio di decorazione neoclassica dei primi decenni dell’Ottocento, in cui arte, architettura e simbologia si fondono per celebrare la figura della regina.

Il progetto di restauro

Il restauro ha l’obiettivo di riportare la sala all’aspetto originario voluto tra il 1819 e il 1820 dagli architetti Giuseppe Cardone e Michele Borda, recuperando l’equilibrio tra le componenti architettoniche, decorative e materiche.

L’intervento è stato realizzato da:

  • Bottegaccia – restauro degli apparati lignei
  • Consorzio Arkè – restauro degli apparati dipinti
  • Soseishi – restauro delle tappezzerie e degli apparati in carta

Curiosità emerse durante il restauro

Durante le fasi di conoscenza e restauro sono emersi elementi interessanti e in parte inediti:

Una stanza “modificata”

All’inizio del XIX secolo l’ambiente fu ridotto per ricavare una scala “segreta”, usata dalla servitù per spostarsi in modo discreto tra i piani del Castello, e per creare nuovi ambienti di servizio (guardaroba e alloggi del personale).

Una volta leggera

La volta non è in muratura, ma è costruita su una struttura lignea con stuoie di canne intonacate, una tecnica raffinata e leggera.

Porte del XX secolo, fedeli all’originale

Le porte attuali, installate nei primi anni del Novecento, sono riproduzioni fedeli delle originali ottocentesche, ancora visibili in una stanza adiacente (Camera di Parata).

Strati di tempo

Le decorazioni pittoriche ottocentesche dello zoccolo si sovrappongono a precedenti interventi settecenteschi. Per garantire continuità visiva e coerenza storica, si è scelto di conservare l’impianto decorativo neoclassico.

FASE 01 – Restauro delle superfici pittoriche (zoccolo e volta)

A cura del Consorzio Arkè

La prima fase ha riguardato il restauro della zoccolatura decorata e della volta neoclassica, entrambi elementi originali della ridecorazione ottocentesca.

Sulle superfici dello zoccolo non si sono riscontrate gravi criticità strutturali, se non alcune aree localizzate di distacco dell’intonaco, in particolare sotto le finestre. Gli interventi principali hanno previsto il consolidamento, una pulitura approfondita e l’integrazione pittorica sottotono delle lacune più evidenti.

 

La volta, invece, ha richiesto un approccio estremamente delicato. Realizzata tra il 1819 e il 1820 su struttura in canniccio (una tecnica simile all’odierno cartongesso, composta da un telaio ligneo e stuoie di canne intonacate), rappresenta una superficie fragile e particolarmente sensibile ai liquidi.

La stanza, infatti, fu ridotta in dimensioni per far spazio a una scala “segreta”, destinata alla servitù, e per creare ambienti di servizio come i guardaroba della regina e gli alloggi del personale. In quell’occasione fu costruita la nuova volta, decorata da Luigi Vacca, Carlo Pagani e Andrea Piazza con straordinaria maestria.

Le fessurazioni presenti sono state risarcite con tecniche a secco e ritocchi pittorici puntuali, con particolare attenzione agli angoli della volta, dove sono raffigurate allegorie femminili delle arti. Grazie alla qualità dell’esecuzione originaria, la volta si è conservata integra e ha richiesto solo una pulizia accurata per restituire luminosità e profondità ai colori originali.

PRIMA

DOPO

FASE 02

A cura di Bottegaccia

aggiornamenti a conclusione lavori

FASE 03

A cura di Soseishi

aggiornamenti a conclusione lavori

L’intervento è stato è stato realizzato con il contributo di Fondazione CRC – Bando Patrimonio Culturale e promosso da Govone Residenza Sabauda ETS.

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